Il racconto e la Scrittura: una lettura antropologica dei Vangeli

Il nuovo libro di Adriana Destro e Mauro Pesce, che qui presentiamo, è interamente dedicato al problema dell’attendibilità storica dei vangeli. I due autori si si soffermano in particolare su alcuni processi di trasmissione delle informazioni su Gesù che sono stati spesso ignorati o sottovalutati.

Adriana Destro e Mauro Pesce, Il racconto e la Scrittura. Introduzione alla lettura dei Vangeli, Carocci, Roma 2014, pp. 176, € 15.

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Qual è l’attendibilità storica dei vangeli? Come si sono formati e su quali informazioni si basavano? Come si è arrivati ai diversi racconti orali e scritti della straordinaria vicenda di Gesù? Per rispondere a queste domande, nella prima parte del libro gli autori propongono una teoria critica della memoria e della tradizione; nella seconda, invece, suggeriscono una lettura antropologica dei testi, alla quale si accompagna un esame storico. L’intento è riscoprire le tracce degli eventi, incorporate ma spesso nascoste nelle testimonianze dei vangeli. Sulla figura di Gesù, subito dopo la sua morte, vi fu una molteplicità di informazioni trasmesse da gruppi che avevano conoscenze parziali ed erano dislocati in zone diverse della Terra di Israele. A partire da questo dato, gli autori ricostruiscono la mappa dei luoghi da cui provengono le fonti su cui si basa ciascun vangelo.

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Indice del volume

Introduzione

PARTE PRIMA. LA TRASMISSIONE DI NOTIZIE E I TESTI

1. I testi, le loro informazioni e i loro obiettivi

Costruzione e decostruzione di un testo
La vicenda di Gesù presentata in forma narrativa
Fonti che abbiamo a disposizione su Gesù
In che modo gli evangelisti si sono procurati le informazioni sulla storia di Gesù?
Come i vangeli si legittimano di fronte ai lettori
La celebrazione della figura di Gesù

2. La formazione dei vangeli e la valutazione della loro attendibilità storica

La formazione dei vangeli di Luca e di Matteo
La formazione dei testi di Marco, Giovanni e di altri vangeli
La scrittura dei vangeli: un cambiamento decisivo
Dai vangeli alle loro fonti e, da queste, alla figura storica di Gesù

3. I modi della trasmissione e la memoria

Criteri fondamentali
La differenza fra trasmissione e memoria
Quanto sono attendibili i testimoni oculari?
Si può parlare di un nucleo permanente della memoria?
I fattori interattivi: racconti, ricordi, scritture
I caratteri della primissima memorizzazione delle vicende di Gesù
Come i vangeli concepiscono il ricordare
Qualche conclusione

4. Tradizione, tradenti e tracce

Il campo della “tradizione”
Osservazioni critiche sul concetto di tradizione
Significato delle linee dei tradenti
Le tracce storiche presenti nei testi narrativi

PARTE SECONDA. LA PROVENIENZA LOCALE DELLE INFORMAZIONI DEI VANGELI

5. Luoghi degli eventi, luoghi del racconto, luoghi della scrittura

Un paradigma per comprendere i flussi di informazione su Gesù
Dove risiedettero i primi gruppi di discepoli di Gesù
I luoghi di Gesù, i luoghi del narratore e dello scrittore
Gruppi di seguaci in Terra di Israele durante la vita di Gesù

6. I luoghi della trasmissione si differenziano: Galilea e Gerusalemme

In quali località furono presenti gruppi di seguaci di Gesù?
L’“ultimo luogo” in cui fu presente Gesù

7. Indicazioni (e omissioni) di luoghi e scenari

I luoghi nel racconto di Marco
La mappa mentale di Marco
Tentativo di analisi sistematica dei luoghi menzionati in Marco
I luoghi in Luca. Divergenze e omissioni rispetto al racconto marciano
Materiale speciale di Luca. Considerazioni ulteriori
Le indicazioni di luogo in Matteo. Confronti con Marco
Le indicazioni di luogo in Giovanni. Un doppio scenario
Conflitti e opposizioni tra gruppi locali
Qualche conclusione

Note
Bibliografia
Indice dei nomi e dei luoghi

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Un passaggio dalle conclusioni (pp. 134-136):

[…] Le considerazioni dell’antropologia dello spazio (Tim Ingold, Marc Augé), della sociologia dello spazio (Maurice Halbwachs) e degli studi su ambienti urbanistici (Kevin Lynch) mettono in luce che la collocazione dell’attività di Gesù in certi luoghi – sia nelle prime narrazioni sia nella scrittura dei primi testi dei seguaci di Gesù – è un elemento intrinseco e necessario che riflette l’ambiente dei tradenti, degli scriventi e le loro mappe mentali. […] La diversità degli scenari spaziali dei vangeli può essere spiegata con una dipendenza dalle tante dislocazioni dei gruppi e soggetti che hanno raccontato e trasmesso le informazioni su cui ciascuno di essi si basa. Può però essere spiegata anche con l’appartenenza degli scriventi stessi a diversi gruppi di Gesù e alle loro diverse progettualità. Non dipende quindi soltanto da un’intenzione e creazione arbitraria, di tipo puramente letterario.

In sintesi, sulla doppia base a) delle localizzazioni che emergono dai racconti di apparizione di Gesù e b) dalle diverse collocazioni presenti nei quattro vangeli è possibile tracciare un quadro ipotetico della presenza di gruppi di seguaci di Gesù nella Terra di Israele e nei territori adiacenti, per gli anni immediatamente seguenti alla morte di Gesù.

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Sulla base di Marco si può immaginare l’esistenza di: 1. una serie di gruppi situati nei villaggi nelle zone di Tiro e forse anche di Sidone e dell’alta Galilea (vicino a Cesarea di Filippo); 2. una serie di gruppi situati in Galilea ad est, ovest e nord del lago di Galilea: Cafarnao, Gennesaret, Dalmanuta, Gerasa/Gadara.

Sulla base di Matteo si individuano: 3. gruppi situati in Siria ad oriente di Tiro e Sidone; 4. gruppi a nord-est della Galilea; 5. gruppi nei territori a est del Giordano.

Sulla base di Luca, dei suoi materiali speciali (e degli Atti degli Aposto­li) si può parlare di: 6. un gruppo situato a Gerusalemme e gruppi situati in diverse città della costa mediterranea della Giudea; 7. alcuni gruppi in Samaria e ad Antiochia.

Sulla base di Giovanni ci si può riferire a: 8. un gruppo gerosolimitano diverso da quello su cui si basa Luca; 9. gruppi in Galilea a Cana e Tibe­riade; 10. gruppi di seguaci di Gesù nella Giudea attorno a Gerusalemme e anche a nord (Efraim, Ennon); 11. gruppi al di là del Giordano (la Perea del sud): Betania e altri luoghi; 12. gruppi in Samaria (Sicar); 13. gruppi insediati nei luoghi in cui si era svolta l’attività del Battezzatore soprattutto al di là del Giordano.

Questi diversi gruppi di seguaci di Gesù non costituivano certamente un’unità coesa. Non corrispondono a una supposta, implicita, vasta en­tità che sarebbe la Chiesa o il cristianesimo: erano semplicemente gruppi giudaici all’interno della società giudaica, caratterizzati da varie tendenze di base e da varie esperienze rispetto al messaggio di Gesù. La loro presenza e distribuzione offrono una visione utile e realistica dei primi passi del movimento post-gesuano. Dato che non esiste uomo senza spazio, senza un’organizzazione mentale e pratica dei luoghi che inventa e utilizza, le strategie di localizzazione diventano un indice ineliminabile per comprendere meglio la situazione che i seguaci di Gesù si trovano ad affrontare nel periodo successivo alla sua morte.

In conclusione, i metodi di analisi vanno sempre aggiornati e noi abbiamo cercato di farlo. Crediamo che le prospettive indicate permettano di ri­costruire la ricchezza di molti processi di trasmissione delle informazioni su Gesù che sono stati spesso ignorati o sottovalutati. L’immagine che ne deriva è quella di una molteplicità di gruppi post-gesuani diversi fra loro e localizzati in diverse parti della Terra di Israele del I secolo, la quale non può essere ricomposta in unità. Ciò fa anche comprendere la pluralità che caratterizza successivamente la storia cristiana antica. Attraverso la lettura critica dei vangeli è infine possibile mostrare me­glio la concretezza e la singolarità della vicenda di Gesù, e restituire più vividamente la sua figura storica.

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Gli autori

Adriana DESTRO è professore ordinario di Antropologia culturale presso l’Università di Bologna. Tra le sue ultime pubblicazioni: Antropologia e religioni (2005) e I volti della Turchia (2012). Mauro PESCE è professore ordinario di Storia del cristianesimo presso l’Università di Bologna. Fra i suoi libri più recenti: Le parole dimenticate di Gesù (2004), L’ermeneutica biblica di Galileo (2005) e Da Gesù al cristianesimo (2011). Insieme hanno scritto, fra le altre cose: Antropologia delle origini cristiane (1995), Come nasce una religione (2000), L’uomo Gesù (2008) e La morte di Gesù (2014).

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