Sì, è toccato pure a me: con un po’ di vergogna,
rispondo al questionario che mi ha inviato A.S. per e-mail
(tra parentesi, povero Proust).
Qual è il tuo ideale di felicità?
Una cosa a metà strada fra il Cantico delle creature e la sit-com The Big Bang Theory.
Per quali errori hai più indulgenza?
Ovvio: per quelli che commetto io.
Il tuo passatempo preferito?
L’osservazione scientifica delle nuvole.
La cosa che detesti di più?
Ce ne sono troppe. Passiamo pure alla prossima domanda.
Saresti capace di uccidere qualcuno?
Temo proprio di no.
Qual è il tuo principale difetto?
Penso sia la maldicenza, ma non vorrei applicarla anche a me stesso.
Come ti collochi politicamente?
Facile: fra Aristotele e l’Apocalisse.
Qual è il personaggio storico che ammiri di più?
Il Gesù storico. Anche perché tutti lo cercano e nessuno sa dove stia.
Cosa ti porteresti su un’isola deserta?
Sicuramente un accendino e il Manuale delle giovani marmotte.
La tua città preferita?
Le mie città preferite sono quelle in cui non vorrei vivere (Gerusalemme in testa). Perciò ne dico due con la B: Bologna e Bordeaux.
I tuoi autori preferiti?
Quelli che cercano di nascondere o di far perdere le proprie tracce: il redattore J, Zhuangzi, l’autore del Vangelo di Marco, Jaufré Rudel, Shakespeare…
I tuoi eroi nella letteratura?
Do un’altra risposta che sarebbe piaciuta a Borges: i traduttori (e i copisti).
Pensatori di riferimento?
Da non filosofo, metto sul podio i magnifici quattro che non mi stancherò mai di leggere: Platone, Aristotele, Spinoza e Vico.
Film del cuore?
Au hasard Balthazar di Bresson e La finestra sul cortile di Hitchcock.
(Ad ogni modo, abbasso il cinema e viva la letteratura.)
La musica che ascolti più spesso?
Ascolto un po’ di tutto, da Mozart alle grattugie elettriche.
Un libro sul comodino?
Diffido di chi ne tiene uno solo.
Come vorresti morire?
Come si diceva una volta, in grazia d’Iddio.
E cosa vorresti scritto sulla lapide?
“Qui Tutto OK” (ma in greco suona meglio: Όλα Καλά).
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