Archeologia delle chiese

Alexandra CHAVARRÍA ARNAU, Archeologia delle chiese. Dalle origini all’anno Mille, Carocci, Roma 2009, pp. 260, euro 23,20.

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L’ottimo lavoro introduttivo approntato da Alexandra Chavarría Arnau, ricercatrice e docente di Archeologia medievale presso l’Università di Padova, copre un arco di tempo di quasi mille anni.

L’indagine è articolata in tre sezioni tematiche: «Simboli, forme e significati» (pp. 21-120) affronta i problemi connessi all’articolazione degli spazi (e dei tempi) liturgici, alle principali tipologie architettoniche degli edifici di culto, all’organizzazione interna delle chiese e alle complesse relazioni fra committenza, maestranze e strati sociali delle comunità; «Contesti e funzioni» (pp. 121-192) si sofferma sui rapporti fra le chiese e gli ambienti circostanti, e sulla progressiva “cristianizzazione” del paesaggio urbano e rurale a partire dal IV secolo; «Stratigrafia e interpretazione» (pp. 193-213) offre alcune indicazioni pratiche sui metodi che permettono di stabilire l’antichità di una chiesa e di impostarne una corretta indagine archeologica. Conclude un’ampia e aggiornata bibliografia di base.

Nel panorama storiografico degli ultimi vent’anni, lo studio degli edifici di culto ha assunto un ruolo sempre più centrale per la comprensione del cristianesimo, soprattutto in considerazione delle profonde trasformazioni sociali e culturali intervenute nel periodo della “tarda antichità”.

Il volume, pensato per chi si accosta per la prima volta a questo tipo di argomenti, presenta dunque alcuni temi di base, integrando efficacemente fonti scritte e dati materiali: «le prime – spiega la quarta di copertina – ci consentono di ricostruire lo sviluppo della liturgia e dunque di comprendere l’articolazione degli spazi dei luoghi di culto; i secondi di analizzare il contesto insediativo in rapporto al quale le chiese sono state costruite, dapprima in città, dove fissò la propria sede il vescovo, e poi nelle campagne. La progressiva cristianizzazione degli spazi è stata uno degli elementi fondanti di quel nuovo mondo che si è venuto delineando, in Occidente come in Oriente, fra tarda antichità e alto medioevo. Le chiese, come luoghi di sepoltura, sono state altresì, fin da quei secoli di radicali cambiamenti, sede di auto-rappresentazione e di confronto tra i differenti segmenti di una società multietnica e multiculturale. Per restituire questi molteplici aspetti, l’archeologo dovrà dapprima ricostruire la sequenza delle singole chiese e del loro contesto, approdare poi ad una visione di rete a scala più ampia e proporre infine un’interpretazione storica basata su tutte le fonti a disposizione».

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