I cristiani delle origini

Klaus BERGER, I cristiani delle origini. Gli anni fondatori di una religione mondiale, trad. it. Queriniana, Brescia 2009, pp. 376, euro 33.

Dopo la traduzione di Ermeneutica del Nuovo Testamento (2001) e di Gesù (2006), l’editore Queriniana di Brescia rende disponibile al lettore italiano un altro fondamentale contributo dell’esegeta, teologo e orientalista tedesco Klaus Berger: I cristiani delle origini (Die Urchristen, München 2008).

Il saggio, concepito come una prosecuzione ideale del precedente bestseller su Gesù, prende in esame i vari elementi di continuità che potrebbero intercorrere tra il Nazareno e i suoi primi discepoli, spesso ponendosi in contrasto, anche provocatoriamente, con molti risultati dell’esegesi storica corrente: dal tema del regno di Dio (e del suo rapporto con la Chiesa nascente) alle prime professioni di fede in Cristo, dal ruolo dello Spirito Santo al problema delle missioni ad Gentes, dal significato del battesimo e dell’eucaristia alla formazione delle prime strutture ecclesiali gerarchiche, dagli elementi che farebbero del cristianesimo delle origini una “religione mondiale” al rapporto fra i diversi gruppi cristiani e i grandi scenari urbani dell’Impero (Antiochia, Corinto, Roma), dalla composizione dei vangeli alla nascita del canone, fino a giungere ai motivi che avrebbero spinto i discepoli di Gesù a diventare in breve tempo, da perseguitati, persecutori.

Il tutto con uno stile divulgativo e accattivante, che non manca comunque di sollecitare lo specialista attraverso un continuo confronto con le fonti, le quali appaiono del resto maneggiate con estrema finezza ed erudizione. Se si supera lo scoglio del primo capitolo, dove alcune scelte di traduzione risultano decisamente infelici, il volume si dimostra davvero  “imperdibile”, come annunciato dalla nota promozionale dell’editore.

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Un  piccolo “assaggio” del libro (di sapore apologetico?) su letterepaoline.net.

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5 thoughts on “I cristiani delle origini

  1. Avendo appena comprato il libro e non conoscendo il tedesco, ti chiederei qualche lume sulla tua allusione alle scelte di traduzione “decisamete infelici”, in modo da evitare le insidie del primo capitolo…

  2. Anch’io non conosco così bene il tedesco, ma ti assicuro che certe scelte sono difficilmente rubricabili come “italiano” (un inizio come mai più nessuno, trattare certi aspetti da matrigna, giustificare in radice, etc.). Leggi e vedrai!

  3. Avendo iniziato a leggere il libro, l’impressione è che il traduttore abbia cercato di adattarsi – qualche volta senza successo – allo stile brillante e ‘colloquiale’ dell’autore. Il libro comunque sembra molto bello e, a tratti, persino più godibile dello straordinario “Gesù”!

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