Angeli e demoni d’Israele

Mentre James R. Davila, nel suo storico blog “Paleojudaica” (un vero punto di riferimento nel web per gli studi sul giudaismo del Secondo Tempio), corregge le semplificazioni dell’articolo Why there is no Jewish Narnia, apparso nel primo numero della neonata “Jewish Review of Books”, le agenzie di stampa italiane danno finalmente notizia della bellissima mostra “Angels & Demons: Jewish Magic Through the Ages”, appena inaugurata al Bible Lands Museum di Gerusalemme.

Tra i vari materiali raccolti, si possono trovare anche esempi di concezioni e di pratiche attestate al tempo di Gesù, come quelle riguardanti l’«occhio malvagio», esplicitamente menzionate in Mc 7,22 e in Gal 3,1.

Ciondoli argentati per la protezione dei bambini da Lillith, la divinità delle tenebre. Iran, 1890.

Il contenuto della mostra è stato ben anticipato da Aldo Baquis, in questo articolo dell’Ansa che riproduciamo per intero:

«Diavoli di secolare perfidia, angeli sempre pronti a sottoporsi al servizio di persone di eccezionale levatura morale, amuleti di comprovata efficacia nella prevenzione di sventure, ricette sofisticate per la confezione di pozioni amorose o di pupazzi di cera mediante i quali mettere in ginocchio nemici e rivali: sono l’oggetto di una provocatoria mostra su tremila anni di riti e magia ebraica inaugurata a un passo dalla Knesset, l’edificio del parlamento di Gerusalemme che incarna il moderno Stato d’Israele.

Intitolata “Angeli e Demoni”, la mostra va visitata con adeguata circospezione. A scanso di equivoci, gli organizzatori consigliano vivamente di “entrare col piede destro” nel Museo delle Terre della Bibbia che l’ha organizzata. Che la magia sia stata sempre ripudiata dai maestri della dottrina ebraica ufficiale, è cosa nota. Che comunque fra gli ebrei ci siano sempre stati nei millenni elementi indisciplinati pronti a dedicarsi a pratiche esoteriche è pure testimoniato con abbondanza di prove. Lo stesso re Salomone, noto per la sua oceanica sapienza e l’asserita capacità di conversare con gli animali, non disdegnava – secondo leggende del primo millennio a.C. – il ricorso a forze inquietanti: lo avrebbe appreso fra gli altri anche il diavolo Ashmodai, costretto dal monarca a sollevare le pesantissime pietre necessarie a innalzare le mura del Tempio di Gerusalemme.

Fra i reperti più antichi in mostra vi è una bolla dell’ottavo secolo a.C. che presenta quattro lettere ebraiche: L-L-H-SH. Anche l’israeliano moderno comprende rabbrividendo che apparteneva a un “Lohesh”, ossia a “colui il quale sussurra” benedizioni o maledizioni. Per la difesa delle abitazioni ebraiche nella Mesopotamia del V secolo vi era la pratica di disporre ciotole all’ingresso della casa con l’apertura rivolta verso il basso. All’interno, in una stretta spirale, era tracciata una formula magica in aramaico che nelle intenzioni doveva incuriosire gli spiriti maligni e farli precipitare via via sempre più in basso nella ciotola, sempre più storditi, fino a trovarsi a tu per tu con un vindice angelo protettore: ad esempio l’angelo Sarfiel, convocato a proteggere l’abitazione di un certo Kafnai Ben Imma. In secoli a venire si sarebbe creduto che la semplice evocazione di quattro angeli specializzati (Sanoi, Sansoi, Samangaluf e Samangalon) sarebbe bastata per proteggere la vita dei nascituri dalle trame di Lilith, la divinità delle tenebre scacciata dal Giardino dell’Eden.

Nella mostra l’attenzione di molti è polarizzata da una canottiera scoperta mezzo secolo fa durante scavi archeologici nel deserto della Giudea, nella grotta-nascondiglio dei guerriglieri ebrei di Bar Kochbà, che negli anni 132-135 d.C. sfidarono le legioni romane. “Proprio là fu ritrovata la canottiera di un bambino”, spiega all’ANSA Yehuda Kaplan, uno dei curatori dell’evento. “È la prima volta che viene esposta. Il suo interesse deriva dal fatto che, oltre alla ottima conservazione, consente di vedere i nodi che aveva ai lati”. Gli studiosi sapevano di quell’antica superstizione, ma coi loro occhi non l’avevano mai vista prima: al capo dei nodi erano racchiusi un grano di sale, una scheggia di rame, un frammento di bitume. Il tutto a protezione del piccolo.

Dalle finestre della Knesset i parlamentari vedono il Museo dove sono esposti gli amuleti e i testi magici e, forse, sorridono con sufficienza pensando alle superstizioni dei loro antenati. Ma il sorriso si gela sulle labbra quando ci si ricorda che proprio una maledizione cabalistica (la “Pulsa denura”) fu pronunciata (e pubblicamente annunciata) da rabbini ostili alla pace e cari all’ala ultrà del movimento dei coloni una settimana prima dell’uccisione di Yitzhak Rabin (1995). E sei mesi prima dell’ictus che colpì Ariel Sharon (2006).

Secondo Kaplan, nei secolari manoscritti in mostra non ci sono formule del genere. O se ci sono – fra le pagine di antichi testi scritti da rabbini cabalisti in un’arcana “Lingua degli Angeli” mai decifrata – non sono state ancora comprese». (Fonte: ANSA).

La mostra “Angels & Demons” resterà visitabile fino al 31 maggio 2011. Nel sito del Bible Lands Museum trovate tutte le informazioni utili.

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Aggiornamento del 23 maggio:

“The Jewish Daily Forward” ha pubblicato un breve resoconto della mostra: qui.

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One thought on “Angeli e demoni d’Israele

  1. Caro Z., ti scrivo qui perché mi sembra un post intonato con quello che sto per chiederti: per caso non potresti consigliarmi alcune pubblicazioni sul rapporto tra antico testamento e storia-archeologia? Qualcosa che mi permetta di replicare a quelli che mi dicono sempre “è tutta mitologia e favolistica”. Spero di non disturbarti.

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